sabato 18 settembre 2010

Chuck 121 - Il coccodrillo come fa

Ieri sera ho conosciuto un cantante famosissimo. 

Volevo chiedere l'autografo e fare la foto insieme, ma alla fine sono poi sempre una persona timida e ci ho solo parlato. 

lunedì 13 settembre 2010

Chuck 120 - Il provetto ballerino

Ero a una festa di compleanno lo scorso sabato sera.
Portavo avanti la mia opera di corteggiamento, iniziata ormai da qualche mese, di una splendida giovane donna sudamericana.

Avevo appositamente messo qualche canzone di Shakira nella playlist, perchè so che lei ne va matta. 

Avevo surrettiziamente manipolato l'ordine delle canzoni, in modo che di li' a poco sarebbe partita "Hips don't lie".

"Hips don't lie" parte, e come previsto la mia amica va fuori di testa. Mi prende le mani e fa "Balliamo, balliamo!".

E inizia a ballare in un modo che dovreste vederla. Io sono appena appena imbambolato a guardarla. Lei mi fa "Balla! Balla!".

Io, poveretto, inizio ad agitarmi nello scoordinato modo che nel mio caso è ballare, e lei è sempre piu' figa e sexy che balla vicino a me. Tutti ci guardano.

"Balla di piu'! Balla di piu'!" insiste, col bacino che ondeggia ipnotico.

Io aggravo il mio movimento. Non credo di riuscire nemmeno a tenere il tempo.

Lei è visibilmente disturbata.

"Balla balla!" 

Mi sforzo. 

"Balla di piu'! Balla di piu'!" 

Mi concentro.

Alla fine lei sbotta (davanti a tutti, eh):

"OH, YOU SUCK!"

...
Bei momenti.



sabato 21 agosto 2010

Chuck 119 - Drammi generazionali

Ogni generazione ha i suoi drammi.

Elvis, John Lennon, Bob Marley, tutti morti prima che nascessi o fossi abbastanza cresciuto per apprezzarli.

Nel 1991 mori' Freddy Mercury, ma io non sapevo ancora nemmeno chi fosse.

Personalmente, mi ricordo quando nel 1994 mori' Kurt Cobain. A me piacevano un sacco i Nirvana, ci rimasi male. Un mio compagno di classe venne a scuola listato a lutto per settimane.

Un'amica ieri mi raccontava di quando è morto Tupac Shakur, nel 1996. Lei era alle superiori e mi diceva che nella sua scuola in California tutti erano disperati. 

Nel 1996 i Take That si sono sciolti, e moltitudini di ragazzine hanno pianto per mesi.

Mi chiedo cosa succederà quando Justin Bieber uscirà dalla pubertà.


domenica 1 agosto 2010

Chuck 117 - La carta di credito

Ieri sera sono andato a far festa in giro e per fare il brillante in discoteca ho offerto il primo giro di cocktail ai miei due amici. E per fare ancora più il brillante ho pagato con la carta di credito. Il tizio del bar la prende, la porta alla macchinetta, io digito il codice, pago, lui mi restituisce la carta di credito, io la guardo e mi accorgo che era piegata a novanta gradi. Mi aveva rotto la carta di credito!

Incredulo gli faccio:"What the fuck, man! You brake my credit card!"

Lui cade dalle nuvole. La riprende e se la rigira tra le mani, confuso.
"Dude, what the fuck!" insisto.

Il barista balbetta delle scuse e va a parlare col capo. Guardano la mia carta di credito spezzata, parlano, poi lui ritorna da me.

Mi dice che non puo' fare altro che offrirmi da bere il prossimo giro gratis.
Evvai, penso.

Raccatto tutti i miei amici in giro per il locale e vado a ordinare sei o sette cocktail. Faccio al barista "Ehi, sono quello di prima. Della carta di credito. Ricordi?". Se ne salta fuori che mi offre solo due drink. "Cosa???" mi aveva detto che mi offriva il prossimo giro e ora salta fuori che il prossimo giro sono solo due drink? Ah, come mi arrabbio. Fatto sta che la mia amica prende in mano la situazione e alla fine arriva a un compromesso, paga qualcosa lei e armeggia un po' col tipo e gli strappa ancora due chupiti...

Tutto questo non è che l'antefatto della storia che voglio raccontare.

Stamattina ho telefonato alla ditta della carta di credito, ho spiegato tutto e loro mi hanno disattivato la carta rotta e mi spediranno una nuova carta di credito in qualche giorno. Al costo di 15 franchi! Un cocktail costa 15 franchi: alla fine ci ho guadagnato...

Ho una carta di credito rotta e disattivata nel portafoglio, dicevo.

Stasera ero in riva al fiume con i miei amici, gente che non c'era ieri sera, a vedere i fuochi d'artificio sull'acqua. Sbevazzando birra, sparando cazzate, al solito.
Finché mi viene il colpo di genio.

Senza dir nulla apro il portafoglio di fronte a un mio amico, lo guardo negli occhi, prendo la carta di credito e la lancio nel fiume.

Lui mi guarda scioccato.

"Hai lanciato nel fiume la carta di credito???"
"Si."
Visibilmente scosso, capisco che sta pensando che sono completamente ubriaco.

Poi si mette a ridere, e mi fa:"Ahhhhhh! Ho capito è un trucco magico! La carta è ancora nel portafoglio, vero?"

"..."
"Vero???"

Ahahahah! Sono proprio simpatico alle volte.

lunedì 14 giugno 2010

Chuck 116 - Comprare il pane

Ieri, domenica, mi sono ritrovato a dover comprare del pane, per ragioni che non sto a spiegare.

E' un bel problema trovare negozi o supermercati aperti la domenica. L'unica opzione sono i negozi di alimentari gestiti da immigrati turchi o indiani. Ci si trova il cibo della disperazione, con prezzi maggiorati, e sono aperti minimo fino alle dieci di sera, festivi compresi. E quando uno fa il mio lavoro, si ritrova spesso disperato in cerca di pane,  a orari improponibili.

Sono andato dunque in questo alimentari turco che si trova proprio nella via dove lavoro, in cerca di pane.

Ce l'avevano, meno male.

Solo che, a giudicare dalla consistenza gommosa, risaliva alla fine degli anni ottanta.

Sempre pane è, mi sono detto, e l'ho portato alla cassa per pagare.

Il titolare ha guardato la pagnotta, l'ha scossa un po', l'ha posata sul bancone e ha avvicinato l'orecchio. Mi ha guardato con gli occhi spalancati e tutto è successo molto in fretta a quel punto. Ha detto qualcosa in turco alla moglie nel retrobottega, si è arrotolato le maniche del camice e ha cominciato a fare il massaggio cardiaco alla pagnotta. La moglie intanto è comparsa dal retro del negozio, correndo, portando un defribillatore. L'ha acceso e, quando la carica era completa, ha gridato qualcosa al marito, che ha interrotto il massaggio e si è fatto da parte. La signora ha appoggiato le piastre ai lati della pagnotta e ha scaricato il defribillatore. Il negoziante ha avvicinato l'orecchio al pane e si messo in ascolto. Dopo un paio di terribili secondi in silenzio, si è lasciato scappare un sospiro di sollievo, si è risollevato e mi ha guardato sorridendo.

"Ce l'abbiamo fatta" dice, in tedesco.

L'aveva resuscitato.

L'ho pagato un sacco.

mercoledì 26 maggio 2010

Chuck 115 - Piove, madonna come piove, madonna come piove, senti come viene giù.

Oggi sono andato a pattinare con la mia nuova amica olandese e ci ha sorpresi un temporale della madonna. Che io già non sono bravo sui pattini, figuriamoci sotto il diluvio universale. Siamo tornati alla base che eravamo fradici. E' stato molto divertente.

Sempre con lei, un paio di settimane fa, siamo usciti un venerdì sera che pioveva. Mentre tutti han preso il tram, io e lei siamo andati in centro in bici. Siamo arrivati alla discoteca zuppi. Ma roba che non ci volevano fare entrare perchè gocciolavamo. E' stato fighissimo.

E giusto ieri sono stato con lei a nuotare nel fiume.

In pratica ho realizzato che quando sono con lei, io mi bagno.

Spero tanto che la cosa sia reciproca.

lunedì 24 maggio 2010

Chuck 114 - Se questo è un cane

Oggi sono andato al parco in riva al fiume con queste mie due amiche bionde, a prendere il sole e fare il bagno.

(Il fatto che fossi con queste mie due amiche bionde non è importante nel contesto di quello che sto per raccontare. Ma ci tengo a far sapere che ero con due bionde.)

A fine giornata, stavamo ritornando alle biciclette camminando sul sentiero quando all'improvviso mi trovo tra i piedi un curioso animaletto.
Era come un cane, ma molto piccolo, diciamo lungo un trenta centimetri senza coda. Non che con la coda fosse più lungo, perchè la coda non ce l'aveva. Quindi era trenta centimetri in tutto. Pelo rossiccio, spettinato. Zompettando tutto giulivo, mi passa accanto e io esclamo:"E quest'affare cosa sarebbe?", diretto per lo piu' alle mie amiche bionde.

Invece mi risponde il padrone, che lo seguiva di qualche metro.

"E' IL MIO CANE."

Alzo lo sguardo e mi trovo davanti questo nero enorme coi rasta che mi guarda con lo stesso sguardo con cui fino a due o tre settimane fa penso guardasse i prigionieri che stava per giustiziare a colpi di machete in qualche guerra dimenticata nella giungla africana.

"Molto carino. Complimenti." 

Le mie amiche hanno riso ed è finita lì.


lunedì 3 maggio 2010

Chuck 113 - XXX

Passeggiavo giusto ieri sotto la pioggia.
Mi accompagnavano due grondanti amici, appena arrivati dall'Italia in questo weekend piovoso. Stavo mostrando loro una fradicia Basilea.

Vetrine di sexy shop, nella fattispecie.

Tra i dispositivi vibranti di ogni forma e dimensione e la solita biancheria con le borchie, due piccoli flaconcini spray, esposti uno sul lato sinistro della vetrina e uno sul lato destro, hanno catturato la nostra attenzione. Abbiamo letto le etichette, incuriositi.

Uno era: "Power-up: Erection Spray", l'altro: "Anal Relaxation". Mi sembra superfluo scendere nei dettagli dell'uso che ne suggerivano le figurine disegnate sulle etichette.
Io e i miei amici (che saluto!) abbiamo convenuto che fosse molto strano, e potenzialmente pericoloso, il fatto che i due prodotti avessero i flaconcini assolutamente identici, salvo per l'etichetta.

Metti che un entusiasta sodomita li compri entrambi e li tenga a portata di mano sul comodino. E' un attimo che, preso dalla foga, il nostro si confonda e inverta i prodotti.
Cosa possa provocare l'applicazione di "Anal Relaxation" su un pistolino barzotto è facile da immaginare. Meno ovvio pero' è cosa possa succedere dopo una spruzzata di "Power-up: Erection Spray" sul buco del culo.

Noi ne abbiamo discusso per un po', sotto la pioggia incessante, davanti a quella vetrina. Ma l'unica sarà di guardare su internet.

lunedì 12 aprile 2010

Chuck 112 - Trasporto eccezionale

Ogni tanto ritorno per un po' all'ovile.
Ho trascorso una settimana di vacanza a casa in Italia e sono appena rientrato in Svizzera. Non è stato un viaggio facile. 
Per i miei compagni di treno, intendo. 

Ma andiamo con ordine.

A casa, ho potuto assaggiare un gorgonzola spettacolare che mia mamma ha comprato dal suo banco del formaggio di fiducia, al mercato del sabato mattina.
Spettacolare. Proprio quel gorgonzola che qui in Svizzera me lo sogno. Qui trovo solo quello edulcorato, addomesticato, magari diluito col mascarpone.
Quello di mia mamma no. Quello è bello cremoso, bello grasso, con un sapore deciso, intenso.
E un odore pestilenziale. Ogni volta che apri il frigo, ti assale e ti stordisce. E non va più via. Nemmeno se richiudi il frigo e apri la porta del balcone e fai corrente. Si appiccica alle pareti e si aggrappa alle gambe del tavolo. 

(Come sia possibile che un odore tanto corrotto sia associato ad un gusto così sublime, va aldilà della mia comprensione)

Ieri che sono tornato in Svizzera, mia mamma, che mi vuole tanto bene, mi ha fatto un bel regalo. Ha comprato un altro bel pezzo di quel fantastico gorgonzola al mercato e mi ha fatto una sorpresa. Me l'ha messo nella valigia.

Si, si, proprio tra i vestiti.
Per essere precisi, era in una scarpa, così non si sarebbe schiacciato. E la scarpa era tra i vestiti.

Alla partenza, insospettito dall'aroma che traspirava dalla valigia, i miei sospetti hanno trovato conferma nello sguardo orgoglioso negli occhi di mia madre.
"Ti ho comprato un altro bel pezzo di gorgonzola al mercato. E' nella valigia, ma è ben sigillato"

Apro la valigia. Una nuvola verdastra a forma di fungo di Nagasaki si libera nella stanza. Barcollo.

Guidato dall'olfatto (l'olfatto di un cane è 100 volte più sensibile dell'olfatto umano: un cane sarebbe morto), ho trovato il pacchetto all'interno della mia scarpa da corsa sinistra.
"E' ben sigillato" significa che il pacchetto del formaggio è dentro un sacchetto di plastica di quelli che si usano per pesare la verdura al supermercato. 

Un formaggio il cui odore è percepito in camera da letto da un uomo (il cui olfatto è 100 volte meno sensibile di quello di un cane) quando il formaggio stesso si trova in cucina, nel frigo chiuso, all'interno di un tupperware, è "ben sigillato" in un sacchetto di plastica spessa qualche micron, in una scarpa.
In mezzo ai miei vestiti.

"Vedi, ho fatto un bel nodo" dice lei.

"..."

Il vestiario ormai era fottuto, lo so, ma ho cercato lo stesso di rimediare alla situazione. Così ho spostato il sacchetto col formaggio nello zainetto da viaggio, dove ho il computer e l'acqua e i panini per la cena sul treno.

Quei poveri passeggeri del cisalpino Milano-Basel! Ogni volta che aprivo lo zainetto per prendere da leggere, o per bere, o per mangiare, la nuvola verde di odore appiccicoso si liberava nel vagone. Vedevo le loro facce che si liquefacevano come alla fine del primo indiana jones quando i nazisti aprono l'arca.

Comunque sia, sono arrivato a Basel. Ora il gorgonzola è al sicuro, nel mio frigo, in una matrioska di tre contenitori tupperware, e i vestiti della valigia sono a lavare.

Mi dispiace solo per quel finanziere, alla dogana di Domodossola. Si vedeva che era affezionato al suo cane.
 

 

venerdì 26 marzo 2010

Biiibaaa 137

RELAZIONE DEL IV CONGRESSO DI INDAGINI
ANATOMO-FISIOPATOLOGICO-INGEGNERISTICHE COMPARATE

Il presente studio si inserisce nell’ampio dibattito per l’ammissione al regno animale della specie Maggiolone Volkswagensis, esploso dopo la pubblicazione del noto saggio del prof. Uggia “Il Maggiolone ci guarda”. Come è noto questo saggio non è più in circolazione dal 1986, anno in cui è stato dichiarato “profondamente lesivo per i diritti del cittadino e per la dignità umana”. Non staremo qui a riepilogare l’infausta serie di eventi che hanno portato il prof. Uggia all’esilio e poi alla forca. Noi ci schieriamo fermamente e orgogliosamente dalla sua parte, convinti della santa verità che il suo messaggio racchiude, e presentiamo oggi questa relazione, frutto di un lustro di studi fervidi e appassionati, che speriamo possano mettere la parola fine a questa triste vicenda.
Il Maggiolone è un organismo vivente, non può essere declassato al rango di una comune utilitaria, e il razzismo ideologico che imperversa nel nostro paese non fa che gettare un’ombra nefanda di discredito sull’opera dell’illustre prof. Uggia e sulla comunità scientifica intera.
Siamo convinti di poter presentare oggi un’imponente mole di risultati e di osservazioni serissime e inoppugnabili, che testimoniano della buona fede di chi per primo si è avventurato in questo campo.



IL MAGGIOLONE CI GUARDA

La specie Maggiolone Volkswagensis possiede un notevole sistema scheletrico, che ne supporta la carrozzeria e ne costituisce il telaio. La volta cranica si connette tramite tre paia di montanti, pari e simmetrici, con le ossa cofanoidi anteriormente e con le ossa bauline posteriormente. La struttura portante, colle ampie arcate zigomatiche, la fronte bassa ed il poderoso paraurti sopraorbitale, tutti caratteri vagamente pre-neanderthaliani, si presenta nel complesso robusta ed evolutivamente competitiva nell’ambiente urbano.
L’articolazione del semiasse e il cinto a trasmissione supportano le strutture locomotorie, organizzate in un sistema a quattro ruote, mantenute in sede da un complesso di muscoli intrinseci, coadiuvati dal muscolo grande frenante e dal piccolo ammortizzatore mediale.
Nell’abitacolo si individuano diversi legamenti a cintura, in numero variabile a seconda delle razze.

L’apparato digerente è accolto nel celoma motorio, ed è rappresentato da un sistema a serbatoio e da un carburatore duodenale con valvola a farfalla. Il Maggiolone si ciba preferibilmente di idrocarburi policiclici ad anelli benzenici, ma sui valichi alpini non disdegna l’alimentazione a spinta.
Nella specie esaminata la pompa cardiaca appare intimamente connessa col tubo digerente, ed è organizzata in un complesso muscolare striato a pistone multiplo.
Numerose e differenziate sono le ghiandole endocrine, quali la surrenale, che appare in forma di sottile peduncolo a leva d’aria, e aumenta l’adrenalina in circolo, oppure il pancreas, che libera un precursore insulinico ad attività antigelica (noto il diabete tedesco, che si manifesta a seguito di un calo di antigelo nel sangue e comporta un’ampia ghiacciata negli organi periferici).
Più difficoltoso si è rivelato l’esame del distretto ipotalamo/ipofisario, individuato nell’ampia gamma di interazioni e modulazioni rappresentate dal guidatore, che avendo però una volontà autonoma, non sempre si è mostrato disponibile alla sperimentazione e all’esame invasivo. Abbiamo comunque dimostrato nel settembre scorso che asportando le gambe del guidatore viene danneggiata la funzionalità della pedaliera.
Tutti gli ormoni liberati in circolo si gettano nel torrente idraulico, e viaggiano disciolti nel fluido ad olio, fino al filtro respiratorio e alla coppa sottodiaframmatica.
Sono abbondanti e ben distribuite le prese d’aria a coana mobile, che garantiscono un’ottima ventilazione e un’efficiente respirazione ossigenica.
Il sistema escretore si compone di uno scappamento autonomo a innervazione parasimpatica, e di meccanismi aggiuntivi di regolazione omeotica, quali il sudore a condensa durante le ore notturne, e il vomito ricorrente dai finestrini. I finestrini sono la via principale da cui vengono espulse le sostanze più disparate, che variano dalla semplice sigaretta, al chewing-gum masticato, fino ai torsoli di mela e agli scontrini fiscali. Alcuni osservatori dilettanti con cui ci teniamo correntemente in contatto ci hanno scritto di aver visto uscire dai finestrini cassette musicali e animali. Nel nostro laboratorio in Sardegna, durante le sperimentazioni pasquali, siamo riusciti a gettare dal finestrino anche un bambino.
Il sistema nervoso è diffuso, nel senso che non è individuabile un cerebro, a eccezione della batteria diencefalica, che non presiede però alle funzioni mentali superiori del Maggiolone. E’ comunque connessa con una buona rete neuronale, a fili di rame, in cui si riscontra un’intensa attività elettrica. L’organo trasduttore degli impulsi elettrici è lo spinterogeno di Wallace, con la nota struttura a fuso neuro-muscolare cinetico.
Le attività mentali del Maggiolone sono innegabili e innumerevoli, al punto che non staremo ad elencarle. Rinviamo ai trattati specifici del prof. Uggia. L’unica constatazione che con rammarico ci troviamo costretti a fare è la fallacia del sistema mnemonico di questo animale, che registra il conteggio dei chilometri percorsi. I risultati ottenuti con i test di laboratorio sono buoni, ma il sistema appare puntualmente danneggiato e falsato dopo una sosta anche di pochi giorni da un qualunque concessionario, in occasione di voltura.
Gli organi di senso sono efficienti e ben distribuiti nei vari distretti corporei. C’è un sistema visivo a vetri scorrevoli, connesso alla catena degli specchietti, che modulano la visione retro-laterale. Buona la visione notturna, potenziata da un’intensa attività fotogena in corrispondenza dei globi oculari, che possono emanare luce anche a diversi chilometri. Buona l’attività vocale con la vibrazione dell’ugola clacsonii. Ottimo l’apparato acustico-recettoriale, che con un sistema ad antenna retrattile può captare suoni e voci a distanze formidabili e su svariate bande di frequenza.
La sensibilità tattile è distribuita a livello cutaneo, specie in corrispondenza dei circoli pneumatici, sensibili a vibrazioni e compressioni. L’epidermide è compatta e organizzata in un sottile strato vernicioso.
Ampiamente rappresentate le ghiandole rugginose, nel derma sottocutaneo. Si possono individuare altresì due ghiandole lacrimali a secrezione saponosa, nella conca del tergicristallo.
La sensibilità olfatto-gustativa è variamente distribuita. Pare che la recezione degli odori sia di pertinenza del sistema a vetri, mentre l’analisi dei sapori è indubbiamente legata alle varie zone del sedile, ben differenziate e adatte a impregnarsi a fondo con qualunque sostanza allo stato liquido. E’ stato anzi dimostrato che dopo il contatto con urina di gatto, la memoria gustativa permane anche per mesi interi.
Il Maggiolone pratica il sesso libero. L’accoppiamento si presenta in forma di cozzo violento con altri veicoli agli angoli delle strade o negli incroci extraurbani. In queste occasioni l’organismo si eccita fino alle fiamme e il coito viene raggiunto molto rapidamente, con la caratteristica eiaculazione a striscio pneumatico.


In chiusura vorremmo ringraziare chi ci ha assistiti e stimolati durante questi lunghi mesi di lavoro e di ricerca: il Centro Nazionale Portapacchi per gli illuminanti consigli sulla struttura cranica del Maggiolone, Gianni Agnelli per la consulenza e i contatti esteri, Anita Uggia (vedova del sempre grande professore) per il convegno amoroso dell’ottobre scorso, il Rapportfurer Hans Klehr per le preziose informazioni sull’affidabilità del Maggiolone in tempo di guerra e per la bibliografia storica, e tutti coloro che ci sono stati vicino e ci hanno ispirato. Senza di loro quest’opera non avrebbe mai visto la luce.
I dati riguardanti la sessualità del Maggiolone provengono da studi effettuati nel laboratorio di Olbia, in Sardegna. Quelli relativi all’apparato digerente sono merito del professor Dolina del Dipartimento di Biologia Animale di Pavia, e gli sono stati da noi sottratti durante i mesi del rapimento. Le osservazioni sull’apparato visivo provengono da intercettazioni telefoniche effettuate da un nostro collaboratore presso l’Università di Salisburgo. Quelle sull’apparato acustico-recettoriale risalgono a un furto compiuto nel dicembre ’94 presso la biblioteca del Dipartimento di Anatomia Comparata di Washington.
Gli studi di elettrofisiologia citati nel presente articolo non sono verificati, i parametri di lavoro sono inventati e i relativi risultati sono probabilmente falsi, ma decliniamo ogni responsabilità avendo copiato entrambe le parti dagli appunti del professor Holtzer dell’Università di Varsavia.

BIBLIOGRAFIA

HUXLEY E. R., LAKER D., 1988. Revisions in the method of estimating sexual activity in automobilistic species. Am. J. Autom. Biol. 39: 545-546.

LIVIER D., LAKER D. , 1991. A comparison of two methods for the invasive analysis of the pedals. Am. J. Autom. Biol. 44: 390-394.

GABIBBO IL. Striscia la notizia. Puntata del 23/12/’97.

NOSTRADAMUS M. DE , 1557. Centurie Astrologiche.

FRASSICA N., FORESTA M., 1993. Come diventare maghi in 15 minuti. Baldini & Castoldi. 62-63.

SAINT-EXUPERY A. DE, 1943. Le petit majolon. Gallimard.

L’UOMO DA 6 MILIONI DI DOLLARI, episodio del 29/3/’88..

CICERONE M. T., 55 a.C.. De pistone. In “De optimo genere oratorum”.

mercoledì 17 marzo 2010

Biiibaaa 136

Ieri sono andato al cinema con due amici. Ho preso il biglietto più tardi, perché mi sono deciso all’ultimo. Così mi sono ritrovato due posti più in là. C’era una coppietta di mezzo. Io ero il primo della fila c. Poi c’era la coppietta. Poi i miei amici.
Allora che ho fatto, prima di sedermi ho detto alla coppietta “Posso chiedervi un favore?”. E gli ho spiegato la situazione, per farli scorrere di un posto.
Lei ha sorriso. Lui ha detto “Certo non è proprio il massimo…ma vabbeh…”, con voce stirata e scocciata, sprofondandosi ancora un po’ nella poltrona, e facendosi tutto paonazzo per lo sforzo di mangiare i pop-corn. Ha sbuffato anche un po’.
Io ho aspettato un attimo, poi gli ho risposto “Vabbeh…senti, se proprio è un Problema non è che muoio. Voglio dire, il biglietto l’ho preso tardi, mi posso pure mettere al posto mio, qua in punta”.
E lui “No, no, vabbeh, dai ci spostiamo…”.
Scazzato proprio.
Ha capito la situazione. Si è immedesimato, si è messo nei miei panni. Quello lì. Che gentile.

Ora, il cruccio mio è questo. Ho sentito purtroppo di gente che ha perso la vista dopo aver cambiato posto al cinema, perché l’angolazione, quando viene modificata così all’improvviso, ti può sputtanare l’asse ottico, e il piano focale. Ho sentito di gente che ha perso la ragione, non ritrovandosi più nella sala e non trovando più l’uscita dal cinema. Ho cominciato a pensarci. E mi son detto:
“Gli metto la mano nella figa alla sua tipa, per tutto il film?”
“Mi alzo a metà e gli dico che sono più tranquillo se ritorno al mio posto esatto?”
“Gli spiego le scene difficili, raccontandogli che quello è Tom Cruise, quello che ha fatto Rain-man. Gli racconto tutto Rain-man?”
“Prendo il secchio di popcorn e ogni volta che si fa buio li tiro dappertutto, dicendo però TAC! forte, che si capisca che sono io?”
“Mi cago addosso?”
“Mi spavento esageratamente ad ogni scena violenta?”
“Vomito?”

domenica 7 marzo 2010

Chuck 111 - Dove si fa un po' di confusione con il ristorante

Questo weekend sono venuti a trovarmi i miei genitori e mia sorella, con mio cognato e i miei quattro nipoti.
Ieri sera li ho portati a mangiare in un ristorante tipico svizzero.

Ho scelto un posto che mi era stato raccomandato da alcuni colleghi, e che io avevo già provato la scorsa estate, e mi ero trovato bene. Ci ero andato con Biiibaaa e Lorenzo, eravamo seduti fuori nel dehor. Ora, premetto che avevo già notato la vicinanza del ristorante al quartiere a luci rosse. E' situato diciamo al limitare del suddetto quartiere. E con Biiibaaa e Lorenzo, mangiando, notavamo il viavai di uomini nel portone del palazzo accanto, con neon rossi a forma di cuore alle finestre. Comunque sia, era il palazzo accanto.

Ho prenotato, la mia più grossa preoccupazione era di avere gente che fumava nei tavoli vicini.

Entrando nel locale, siamo stati subito colpiti dall'atmosfera caratteristica. Interni in legno, pareti pitturate con scene di caccia, sembrava un vecchio pub, bello. Peccato che c'era qualcuno che fumava.
Ci siamo sistemati al tavolo e mio cognato ha appoggiato il passeggino chiuso davanti a una porta con una tenda chiusa e un cartello con scritto "il bar apre alle 21". 
Quasi subito, i bambini hanno cominciato a fare un po' di casino. Il più piccolo, 2 anni, ha iniziato un po' a piangere. Tutti che ci guardavano e io mi chiedevo " 'zzo vogliono?".
La cameriera tatuata arriva e con una voce roca da DeFilippi ci chiede cosa vogliamo ordinare. Siccome ero l'unico che parlava inglese, si rivolge a me e io parlo a nome di tutti.
Mio cognato mi chiede di chiederle se c'è un menu per i bambini, e io traduco.
Lei mi guarda stralunata e mi fa che, no, non c'è un menu per i bambini, che quel ristorante non è "family-friendly". Minchia, ho pensato, ora capisco perchè sul sito internet la recensione aveva solo una stella per il servizio.
Vabbè, ordiniamo.
A ma il cibo non è per nulla male, molta roba alla brace, io prendo la raclette. I bambini ordinano poi patatine. Fatto sta che mangiamo, tutti sembrano soddisfatti. 
La cameriera ritorna a sparecchiare e porta via il piatto semi-vuoto da davanti al mio nipotino di 2 anni, ma c'erano ancora tipo due patatine e lui si incazza tantissimo perchè voleva ancora mangiarle. Inizia a piangere e quando lei ritorna a portare il conto, le fa, piangendo, "perchè mi hai portato via le patatine???" in italiano. Ah ah ah. Io le traduco e le spiego che è arrabbiato per la storia delle patatine e lei abbozza una scusa, ma non troppo convinta. Io per sdrammatizzare le faccio "Ah ah ah tu non sei proprio family-friendly eh?".
Lei mi risponde che di solito non vengono le famiglie con bambini in quel posto, "Sai" fa "per via che di là..." (indicando la porta con la tenda dove era parcheggiato il passeggino) "...ci sono le PROSTITUTE"

Gelo.
Mio cognato sconvolto mi fa "Ma ci hai portato in un BORDELLO???" e mio nipote di 10 anni comincia a chiedere "Papà papà, cosa vuol dire prostitute?" Ah ah ah. Lui ha cercato di abbozzare una spiegazione tirando in ballo i saloon dei film western e le "donnine" ma era chiaramente in difficoltà.
Abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta.

Meno male che non abbiamo chiesto il dessert, chissà cosa arrivava.

giovedì 25 febbraio 2010

Chuck 110 - Il colmo per un vegetariano

Sono appena andato a farmi tagliare i capelli.
Alla fine del taglio il barbiere mi ha messo un po' di gel, come al solito.

Il gel è profumato, ma questo profuma strano. 

Di pancetta.

martedì 23 febbraio 2010

Chuck 109 - In the butt

Ho trovato un video che fa scassare dal ridere. E come sempre in questi casi, lo faccio vedere a tutti quelli che conosco. Io sono fatto così, mi piace condividere il buonumore.

L'altro giorno ero nell'ufficio dei miei amici a combinare per andare a sciare, quando mi è venuto in mente quel video ed ho pensato che sarebbe stato esilarante guardarlo tutti insieme.

Così faccio ad Ahmad, che era al computer:"Ehi Ahmad, dobbiamo troppo guardare questo video che fa ridere un sacco".
"Si, dimmi come lo trovo" fa lui.
"Vai su Google" gli spiego "E cerca..."

(Ovviamente non mi ricordavo il link, ma, conoscendo il titolo del video, ho pensato a qualche parola chiave che potesse andare)
"...18y old girl in the butt"

Ahahaha. Meno male che aveva il safe search attivato. 

Adesso tutti pensano che io abbia trovato questo video accidentalmente cercando il porno.


lunedì 15 febbraio 2010

Chuck 108 - Uiàr de uooord, uiàr de cildren...


Oggi alla radio ho sentito la nuova versione di "We are the world", fatta per aiutare Haiti.

Una volta, a una recita di fine anno delle scuole elementari, le maestre ce l'avevano fatta cantare.
Era il 1985: al cinema davano "I Goonies" e Chernobyl era ancora là che produceva corrente a tutto spiano. Nessuno sapeva l'inglese. Nemmeno le maestre, probabilmente.
Ma quelle donne sconsiderate si devono essere incaponite sulla canzone.
Mi ricordo che per farcela imparare a memoria, ci avevano fatto scrivere il testo sul quaderno. Ma non in inglese: ce l'avevano dettato proprio così, come si pronunciava.

Uiàr de uooo-ord, uiàr de cildreeen
Uiàr de uans u meich a braider dei
Solestar ghiviiiiin

Mi è sempre sembrata una cosa davvero perversa. E mi ha segnato, ovviamente. 
Ancora oggi infatti, che l'inglese lo parlo tutti i giorni, leggo e scrivo in inglese, guardo solo film e telefilm in inglese, ancora oggi, se ascolto la canzone, io li sento cantare "uiàr de uooo-ord".

Ed al minuto 4:25, si sente chiaramente che Ray Charles grida "Ollemme-he-he!".



mercoledì 10 febbraio 2010

Chuck 107 - Il Dr. Chuck e le donne #6

"Sai, ieri ho visitato il tuo profilo su facebook"

"A si?"

"Si. E' mi sono arrabbiata un sacco..."

"..."

"...perchè c'è scritto che il tuo hobby sono le donne."

"Eh???"

"Si, c'è scritto cosi'. Sul tuo profilo."

"Ma cosa dici? Sei sicura? Non mi ricordo di aver mai scritto una cosa del genere."

"Dimmi: a te non farebbe arrabbiare se io andassi con altri?"

"Ma aspetta un secondo: primo, non c'è scritto da nessuna parte che il mio hobby sono le donne e, secondo, chi ti dice che vado con altre?"

"Perchè ormai è da un po' che usciamo insieme e io non voglio che il mio ragazzo vada con altre!"

"Wow, ma cosa stai dicendo??? Non c'è scritto sul mio profilo che il mio hobby sono le donne, e poi, anche se usciamo, io non sono mica il tuo ragazzo..."

"..."

"Siamo solo amici"

"..."

"E non c'è scritto sul mio profilo di facebook che il mio hobby sono le donne."

"..."

(Ho poi controllato: su facebook, nelle informazioni personali del profilo, c'è la domanda "Interested in" e ci sono due opzioni, "women" e "men". In pratica è per dire se sei etero o omosessuale. Io ho spuntato "women". E cosi' appare scritto:"Interested in women". Ah ah ah. E da quello lei ha tirato fuori che il mio hobby sono le donne!!!)

lunedì 1 febbraio 2010

Chuck 106 - Ho scoperto un mondo

Uno pensa che su internet ci si trovi solo del porno. Ed è vero, naturalmente. Almeno per il 90% della rete.
Poi, un giorno, per chissà quale diavolo di motivo, cazzeggiando nel restante 10% di internet in cui è relegato tutto il resto si imbatte in qualcosa di nuovo e sconvolgente e la sua vita non sarà mai più la stessa,

E' questo il che mi è capitato di recente: ho scoperto il mashup (grazie a Giavasan!).

Quando ho scoperto i Beatles, ho ascoltato solo più Beatles per cinque mesi. Ora che ho scoperto un intero nuovo genere musicale chi lo sa per quanto ne sarò succube.

Un esempio: questo + questo + questo + questo diventa questa figata:

venerdì 22 gennaio 2010

Biiibaaa 135

Non ho più rinnovato l’abbonamento a Ciak mensile di cinema e cultura. Non che mi avesse stufato, però non è che posso mantenere tutti i dipendenti di tutte le redazioni di tutti i giornali. Ho lasciato scadere i termini e tanti saluti.
Poco prima dell’arrivo dell’ultimo numero ho trovato nella buca delle lettere il coupon per il rinnovo con il sollecito promemoria.
Poi ho ricevuto una telefonata sul cellulare.
“Signor Davide non rinnova più?”
“Eh no”
“Ma non le piace la rivista?”
“Molto bella la rivista, però mi sono tolto la voglia”
“Capito. Pazienza, arrivederci”
“Salve stia bene”
“Molto bravo”
“Anche lei”
Tre giorni fa è arrivato l’ultimo numero, con una lettera allegata che diceva “Ma Davide! Scade tutto, qua SCADE TUTTO!”. E poi una comunicazione aggiuntiva in caratteri minuti “Davide! Ti regaliamo 4 numeri!”. Due righe dopo “Davide! Paghi 28 euro anziché 49!”. Infine “Davide! Puoi rinnovare anche con un sms se hai freddo e non vuoi uscire!”.
Ieri mattina sono venuti dove lavoro. Erano in sette, su un pulmino con scritto Ciak sulla fiancata. Abbiamo fatto colazione assieme, gli ho spiegato le mie ragioni, loro mi hanno spiegato le loro e alla fine sono ripartiti tristi ma coscienti del cliente perduto.
La sera mi ha chiamato mia madre.
“Davide ma cosa è successo con quelli di Ciak? Avete litigato? Hanno chiamato oggi, erano distrutti, cosa gli hai fatto?”
“Ma niente, loro fanno così”.
Quelli della tipografia erano seduti sullo scalino di casa mia, con lo zaino e i panini alla mortadella. Li ho fatti salire, mi hanno sfidato alla wii, li ho battuti e se ne sono andati.
Il direttore commerciale l’ho visto ieri al bar, ho dovuto fare a braccio di ferro con lui per fargli capire che non volevo rinnovare. La caporedattrice l’ho sconfitta poco dopo a scacchi. I ragazzi del magazzino a guerra simulata.
Poi stamattina improvvisamente ho mandato un sms e ho rinnovato.
Perché son brava gente. E anche io.

martedì 19 gennaio 2010

Chuck 105 - Wozzamerica toilet

Sono appena stato a New York. Cosa devo dire, l'America è l'America, c'è poco da fare.
Uno cresce guardando tutti quei film americani li' e poi, quando finalmente va a New York, sembra di stare a casa. Le strade, la gente, tutto è in un certo strano modo familiare. Viene voglia di battere un cinque al gangsta appostato all'angolo del marciapiede. Ma non è una bella idea, e infatti me ne sono ben guardato.

Percio' quello che davvero colpisce, quando vai a New York, sono i dettagli, quelli che nei film sono trascurati. Le tazze del cesso, ad esempio.

Come tutti sanno, un uomo piscia da in piedi. O almeno, un uomo single. Perchè ho sentito storie orribili di uomini costretti dalle fidanzate/mogli a orinare da seduti. Brrr. Non voglio pensarci.
Comunque sia, quando uno fa la pipi' da in piedi puo' direzionare il getto. Io, fin dall'infanzia e per tutta la mia carriera di pisciatore, ho sempre cercato di trovare in ogni tazza l'angolino giusto, quello che permette di minimizzare allo stesso tempo sia il rumore sia gli schizzi verso l'alto. Che detto cosi' sembra facile, ma si tratta in realtà di una cosa mica ovvia. Soprattutto perchè il tutto va fatto nell'arco di tempo di una pisciatina, e il flusso è per forza di cose incostante.
La prima cosa che si impara è ovviamente a non pisciare nella pozza. Primo perchè fa rumore, secondo perchè gli schizzi arrivano al soffitto. Lo sanno tutti. Solo un pazzo dirige il getto nella pozza. Andiamo.
Questa è la regola numero uno, poi da li' uno negli anni impara anche a dosare la portata, a calcolare l'inclinazione delle pareti interne, a cercare gli angoli ciechi, ecc...
Ma sull'evitare la pozza, non si discute.

Poi uno va in America e va in bagno, alza il copritazza e con sgomento scopre che li' le toilette sono COMPLETAMENTE ALLAGATE. Non c'è una sorta di imbuto di ceramica con un po' di acqua sul fondo come da noi. Li' hanno una specie di stagno: il livello dell'acqua rasenta quasi il bordo della tazza. Eccheccazzo.

E come si spiega? Ci saranno delle ragioni ingegneristiche o culturali che non afferro. Quello che so è che mentre qui da noi l'effetto bidè (avete capito cosa intendo) quando si molla il bisogno grosso è una cosa sporadica e accidentale, in America è la regola.
E, soprattutto, non si puo' orinare in silenzio. Come si fa a evitare lo scroscio di cascata alpina quando la superficie allagata è cosi' estesa?

Ci è voluto un paio di giorni, ma alla fine ho imparato a direzionare nello stretto intervallo di ceramica asciutta tra il livello del lago e il bordo della tazza, e le mie pisciate sono tornate stealth.