domenica 26 ottobre 2008

Chuck 3 - In cui si rischia di venire fatti a pezzi con una motosega, ma per amore questo e altro.

E' un periodo in cui sono follemente innamorato di questa ragazza inglese, il cui nome tradotto suona come Caterina Lanagallo (o Lanacazzo, secondo un'altra traduzione).

E' due domeniche che facciamo insieme bellissime e lunghe gite in bicicletta.

Non vi racconterò di che piacere sia pedalarle dietro con gli occhi fissi sul suo bellissimo sederino, o come siano biondi i suoi capelli che ondeggiano al vento, o altre cose così, perchè queste cose annoiano.

Vi racconterò invece di cosa ci è successo oggi.

Eravamo in bici in mezzo alla campagna che circonda Basel, su una pista ciclabile persa tra i campi di granturco. La strada a un certo punto ci porta in un paesino, Herten.

E subito noto che c'è qualcosa di strano, qualcosa che mi disturba. Era stranamente deserto. Tutto chiuso. Finestre sbarrate, porte chiuse, nessuno in giro. Anzi no. In giro c'erano solo vecchi. Vecchi che passeggiavano con le stampelle. O con quelle cose a quattro gambe che usano certi vecchi per appoggiarsi camminando. O vecchi su sedie a rotelle. Era inquietante.

La sensazione di disagio raggiunge il culmine quando ho visto i giardinetti, deserti. Un vecchio, ultrasettantenne, che andava da solo sull'altalena. Si sentiva anche il cigolìo ritmico della catena. Una scena surreale che dava i brividi.

Sembrava di essere in un film dell'orrore. Davvero.

Uno di quelli in cui la coppietta arriva in un villaggio abbandonato, in cui vivono vecchi cannibali. In quei film di solito lui muore, in qualche modo splatter, e lei di solito riesce a scappare e si salva.

Ora, cosciente di essere in compagnia di una figa, mi rendo conto che tutte le probabilità sarei stato io quello che viene fatto a pezzi e divorato quasi subito nel film.

Lo faccio notare alla mia bionda amica e lei conviene che è meglio accelerare e lasciarci quel posto da brivido alle spalle.

A quel punto mi cade la catena. O cazzo.

Mi fermo per rimetterla a posto e noto che siamo proprio davanti al cimitero. O cazzo.

Dall'altro lato della strada c'era un negozio. Di motoseghe. Ah ah ah.

Mado che ridere. Mi immaginavo questo gruppo di vecchietti che si avvicinava barcollando con i loro ausili alla locomozione, sbavando e leccandosi già i baffi, mentre io cercavo di rimettere a posto la catena. E poi usciva questo tizio correndo dal negozio con la motosega accesa e mi tagliava in due. L'inquadratura si stringeva sulla faccia di Caterina Lanagallo (o Lanacazzo, se preferite) che gridava e veniva schizzata tutta del mio sangue.

Ma invece mica è successo nulla. Ho rimesso su la catena e siamo ripartiti.

A comunque bella giornata. Devo pensare dove portarla domenica prossima.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma quindi sarebbe catherine lanecock?

Chuck ha detto...

No no, non ci hai azzeccato.

Anonimo ha detto...

woolcock!

Anonimo ha detto...

Resto in attesa di inquietanti aggiornamenti.