giovedì 15 dicembre 2011

Chuck 167 - Il cowboy


Ero con un mio collega all'aeroporto di Francoforte che aspettavo di imbarcarmi sul volo diretto per Denver, quando notiamo un tizio vestito da cowboy.

Quando dico cowboy intendo proprio cowboy: Cappello da cowboy, camicia a scacchi da cowboy con la cravattina da cowboy, quella fatta da due laccetti di cuoi tenuti da una madaglia argentata, jeans, stivali da cowboy. Oh, aveva anche un paio di baffi da cowboy. Un cowboy, proprio.

(Anche se sembrava anche un po' uno dei Village People).

Ma pensa te, uno si veste da cowboy anche quando va all'estero? Capisco in Texas o in Colorado, ma a Francoforte??? Dico al mio collega (che è tedesco) "E' come se tu ti vestissi da Oktoberfest quando vai in vacanza all'estero!"

Saliamo sull'aereo e il cowboy è seduto due sedili davanti a noi. E non si era mica tolto il cappello da cowboy! Era seduto al suo posto col cappello bianco da cowboy in testa. Ma che robe, faccio al mio collega, ora si fa pure tutto il viaggio col cappello!

Una ragazza aveva problemi a mettere il suo bagaglio a mano nello scomparto sopra i sedili, il cowboy si alza e la aiuta e quando lei lo ringrazia lui si tocca la tesa del cappello in segno di saluto, proprio come nei film di cowboy!

(Il cappello se l'è poi tolto, eh, ma dopo un bel po'...)

Una volta arrivati a Denver, dopo un viaggio lungo e noioso, mi ero quasi dimenticato del cowboy. Nella fila per controllare il passaporto lo rivediamo in fila un po' avanti a noi.
Gli ero dietro anche al ritiro bagagli.

Nel tragitto verso l'uscita gli camminavo un po' dietro, tirando la mia valigia con le rotelle, mentre lui spingeva un carrello con i suoi bagagli.

Gli squilla il cellulare, il cowboy lo prende dalla tasca dei suoi jeans da cowboy e se lo porta all'orecchio da cowboy e INIZIA A PARLARE AL CELLULARE IN ITALIANO!!! 

Sono attonito. Resto a bocca aperta.

"Ah si si ciao, sto arrivando, esco adesso..."

"..."

 Il mondo è poi strano a volte, eh?


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