venerdì 8 novembre 2013

Ok la crisi, ma quando sarà il momento preciso per lasciare l'Italia?

L'Italia va a rotoli da anni, tanta gente ormai è emigrata e tanta gente sta pensando di farlo.
Sui giornali escono notizie sempre più negative e sembra che ormai si sia raggiunto il fondo del barile.

Alla fine si scopre che non è così, ancora c'è speranza, molti hanno difficoltà a capire quale sarà il punto di non ritorno, il momento in cui prenotare in massa voli per il nord europa, l'inizio della fine.

Bene io ho una certezza in questo senso.
Un movimento che ha fatto furore alle ultime elezioni ha sostituito ai politicanti i cittadini, per cui chiunque adesso ha la possibilità di mettersi in luce e farsi poi candidare (quindi votare) per un posto in parlamento.

Nell'aria ho annusato il rischio che un certo Felice (il cui cognome fa rima con caparra) potrebbe avere mire verso il parlamento italiano.
Molti lo conoscono (sono sicuro che concorderanno con me all'istante) ma per chi non lo conoscesse vi assicuro che il momento di un'eventuale conferma di elezione sarà quello di comprare un dizionario di norvegese, prenotare un volo per Oslo e scappare come se non ci fosse più un domani.

Quindi:

Quando sarà il momento esatto-preciso per lasciare l'Italia?
Il momento in cui avrete la certezza che un certo Felice (il cui cognome fa rima con chitarra/bizzarra/scimitarra) sarà eletto per il parlamento italiano a rappresentare la nazione tutta.

Parola del signore, andiamo in pace, amen (cit.)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

in effetti e' vero, ma penso che il 90% degli eletti di quel partito sia paragonabile al felice che fa cognome con tamarra. il che vuol dire che siamo gia' in ritardo.
pasquy

Anonimo ha detto...

Si ma quelli sono più lontani, non ho prova diretta della loro dabbenaggine mentre nel caso di "sbarra" ho davanti agli occhi le montagne di idiozia e mi terrorizza.

La distanza allontana il terrore (ma non lo elimina).

Lanz

Anonimo ha detto...

Quando l'ho saputo ho effettivamente capito che quello è il suo posto. Purtroppo la figura del politico medio-famoso è indissolubilmente legata ad alcune prerogative:
- saper fare nulla
- non aver mai lavorato davvero
- stare antipatico a molti
- giudicare categorie di persone senza minimamente aver mai avuto contatto con loro
- essere arroganti

E' perfetto.

Se dovesse entrare in Parlamento sarebbe la conferma che anche cambiando legge elettorale non ci sarebbe più speranza perchè la causa del male sono gli elettori.

La lontananza non allontana il terrore, semplicemente ne nasconda la faccia

Y

LanZeppelin ha detto...

Hai perfettamente ragione infatti allontana illusoriamente il terrore.
In pratica se fino a poco prima non puoi avere la dimensione della tragedia poi ti ritrovi ad avere un'unità di misura e quindi paura.

Con una legge elettorale senza i "nominati" dal partito però sarebbe più ostico per lui andare in parlamento, non basterebbe più la selezione interna al partito ma delle persone colpevoli di scrivere il suo nome sulle schede elettorali. Confido che a Cuneo non ci siano tutti questi folli a votarlo.