domenica 7 marzo 2010

Chuck 111 - Dove si fa un po' di confusione con il ristorante

Questo weekend sono venuti a trovarmi i miei genitori e mia sorella, con mio cognato e i miei quattro nipoti.
Ieri sera li ho portati a mangiare in un ristorante tipico svizzero.

Ho scelto un posto che mi era stato raccomandato da alcuni colleghi, e che io avevo già provato la scorsa estate, e mi ero trovato bene. Ci ero andato con Biiibaaa e Lorenzo, eravamo seduti fuori nel dehor. Ora, premetto che avevo già notato la vicinanza del ristorante al quartiere a luci rosse. E' situato diciamo al limitare del suddetto quartiere. E con Biiibaaa e Lorenzo, mangiando, notavamo il viavai di uomini nel portone del palazzo accanto, con neon rossi a forma di cuore alle finestre. Comunque sia, era il palazzo accanto.

Ho prenotato, la mia più grossa preoccupazione era di avere gente che fumava nei tavoli vicini.

Entrando nel locale, siamo stati subito colpiti dall'atmosfera caratteristica. Interni in legno, pareti pitturate con scene di caccia, sembrava un vecchio pub, bello. Peccato che c'era qualcuno che fumava.
Ci siamo sistemati al tavolo e mio cognato ha appoggiato il passeggino chiuso davanti a una porta con una tenda chiusa e un cartello con scritto "il bar apre alle 21". 
Quasi subito, i bambini hanno cominciato a fare un po' di casino. Il più piccolo, 2 anni, ha iniziato un po' a piangere. Tutti che ci guardavano e io mi chiedevo " 'zzo vogliono?".
La cameriera tatuata arriva e con una voce roca da DeFilippi ci chiede cosa vogliamo ordinare. Siccome ero l'unico che parlava inglese, si rivolge a me e io parlo a nome di tutti.
Mio cognato mi chiede di chiederle se c'è un menu per i bambini, e io traduco.
Lei mi guarda stralunata e mi fa che, no, non c'è un menu per i bambini, che quel ristorante non è "family-friendly". Minchia, ho pensato, ora capisco perchè sul sito internet la recensione aveva solo una stella per il servizio.
Vabbè, ordiniamo.
A ma il cibo non è per nulla male, molta roba alla brace, io prendo la raclette. I bambini ordinano poi patatine. Fatto sta che mangiamo, tutti sembrano soddisfatti. 
La cameriera ritorna a sparecchiare e porta via il piatto semi-vuoto da davanti al mio nipotino di 2 anni, ma c'erano ancora tipo due patatine e lui si incazza tantissimo perchè voleva ancora mangiarle. Inizia a piangere e quando lei ritorna a portare il conto, le fa, piangendo, "perchè mi hai portato via le patatine???" in italiano. Ah ah ah. Io le traduco e le spiego che è arrabbiato per la storia delle patatine e lei abbozza una scusa, ma non troppo convinta. Io per sdrammatizzare le faccio "Ah ah ah tu non sei proprio family-friendly eh?".
Lei mi risponde che di solito non vengono le famiglie con bambini in quel posto, "Sai" fa "per via che di là..." (indicando la porta con la tenda dove era parcheggiato il passeggino) "...ci sono le PROSTITUTE"

Gelo.
Mio cognato sconvolto mi fa "Ma ci hai portato in un BORDELLO???" e mio nipote di 10 anni comincia a chiedere "Papà papà, cosa vuol dire prostitute?" Ah ah ah. Lui ha cercato di abbozzare una spiegazione tirando in ballo i saloon dei film western e le "donnine" ma era chiaramente in difficoltà.
Abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta.

Meno male che non abbiamo chiesto il dessert, chissà cosa arrivava.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahahah mi ricordo molto bene quel posto, e dopo la prima riga di questo post ho subito pregustato il fatto che sicuramente li avevi portati lì e se poi avevi deciso di scriverci su un post era segno che qualcosa doveva essere accaduto
Biiibaaa

LanZeppelin ha detto...

Secondo me Gheddafi più che altro cel'ha su con te...