venerdì 15 febbraio 2013
LanZeppelin 83 - Il peggio di Sanremo 2013. Mobbasta però.
Ancora il festival non è finito, non c'è ancora un vincitore ufficiale ma noi qui abbiamo già IL vincitore, anzi, LA vincitrice "dal basso".
L'occasione del festival in corso ci ha permesso di poter ascoltare dal vivo e riconoscere sul momento con quel moto di brividi di paura che coglie di fronte all'ascolto della merdesima in gara. (La scelta è stata presa anche grazie ad un giudice speciale che di solito non ama soffrire ascoltando certe cose, ma questo è dovere e al dovere non si sfugge).
Sembrano non essere passati 60 anni, sembra di essere anche ad un festival di neomelodici.
Dispiace per gli Avion Travel che sono gli autori ma una canzone così, cantata così proprio non riusciamo sentirla.
L'annuncio ufficiale:
"Di Servillo-Mesolella E' colpa mia, canta per noi Maria Nazionale; mobbasta però."
sabato 2 febbraio 2013
LanZeppelin 82 - Cosa ho sognato l'altra notte
Il sogno era ambientato in un futuro vicino in cui dei mostriciattoli strani (che non sono comparsi nel sogno) avevano preso il controllo degli umani. Li controllavano tramite le telecamere nelle vetrine dei negozi dei centri commerciali (nell'8 Gallery).
Tutti gli umani controllati erano stati trasformati in specie di lego.
Io ed un mio amico dovevamo salvare tutti e l'unico modo per distrarre i mostri era fornire loro un pasto a base di riso.
Per procuraci questo cibo dovevamo andare a casa di una famiglia cinese a rubarlo. Gli uomini non cucinavano nelle normali case ma dovevamo rubare cibo cinese in una casa cinese in paradiso.
Abbiamo rapito 2 cinesi (mi pare ragazzini) controllati (trasformati in lego) e li abbiamo risistemati in umani normali e li abbiamo portati dalla porte del paradiso per farli morire, seguirli, andare nella loro casa in paradiso e rubare loro il cibo.
Ovviamente dovevamo morire anche noi ma dovevamo ritornare poi indietro.
Come si muore? Ci si smaterializza in mille pezzi luminescenti e si passa da un portone enorme aperto su un cortile di una cascina.
Una volta morti insieme ai cinesi ci ha accolto il gestore del paradiso, Pippo Baudo.
Ci ha accolto in cortile poi ci ha fatto salire in una stanza in cui avrebbe proiettato qualcosa per spiegarci meglio il paradiso, era vestito di bianco e aveva capelli medio lunghi e barba incolta; non riusciva a far funzionare bene il proiettore.
A quel punto mi sono svegliato.
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