RELAZIONE DEL IV CONGRESSO DI INDAGINI
ANATOMO-FISIOPATOLOGICO-INGEGNERISTICHE COMPARATE
Il presente studio si inserisce nell’ampio dibattito per l’ammissione al regno animale della specie Maggiolone Volkswagensis, esploso dopo la pubblicazione del noto saggio del prof. Uggia “Il Maggiolone ci guarda”. Come è noto questo saggio non è più in circolazione dal 1986, anno in cui è stato dichiarato “profondamente lesivo per i diritti del cittadino e per la dignità umana”. Non staremo qui a riepilogare l’infausta serie di eventi che hanno portato il prof. Uggia all’esilio e poi alla forca. Noi ci schieriamo fermamente e orgogliosamente dalla sua parte, convinti della santa verità che il suo messaggio racchiude, e presentiamo oggi questa relazione, frutto di un lustro di studi fervidi e appassionati, che speriamo possano mettere la parola fine a questa triste vicenda.
Il Maggiolone è un organismo vivente, non può essere declassato al rango di una comune utilitaria, e il razzismo ideologico che imperversa nel nostro paese non fa che gettare un’ombra nefanda di discredito sull’opera dell’illustre prof. Uggia e sulla comunità scientifica intera.
Siamo convinti di poter presentare oggi un’imponente mole di risultati e di osservazioni serissime e inoppugnabili, che testimoniano della buona fede di chi per primo si è avventurato in questo campo.
IL MAGGIOLONE CI GUARDA
La specie Maggiolone Volkswagensis possiede un notevole sistema scheletrico, che ne supporta la carrozzeria e ne costituisce il telaio. La volta cranica si connette tramite tre paia di montanti, pari e simmetrici, con le ossa cofanoidi anteriormente e con le ossa bauline posteriormente. La struttura portante, colle ampie arcate zigomatiche, la fronte bassa ed il poderoso paraurti sopraorbitale, tutti caratteri vagamente pre-neanderthaliani, si presenta nel complesso robusta ed evolutivamente competitiva nell’ambiente urbano.
L’articolazione del semiasse e il cinto a trasmissione supportano le strutture locomotorie, organizzate in un sistema a quattro ruote, mantenute in sede da un complesso di muscoli intrinseci, coadiuvati dal muscolo grande frenante e dal piccolo ammortizzatore mediale.
Nell’abitacolo si individuano diversi legamenti a cintura, in numero variabile a seconda delle razze.
L’apparato digerente è accolto nel celoma motorio, ed è rappresentato da un sistema a serbatoio e da un carburatore duodenale con valvola a farfalla. Il Maggiolone si ciba preferibilmente di idrocarburi policiclici ad anelli benzenici, ma sui valichi alpini non disdegna l’alimentazione a spinta.
Nella specie esaminata la pompa cardiaca appare intimamente connessa col tubo digerente, ed è organizzata in un complesso muscolare striato a pistone multiplo.
Numerose e differenziate sono le ghiandole endocrine, quali la surrenale, che appare in forma di sottile peduncolo a leva d’aria, e aumenta l’adrenalina in circolo, oppure il pancreas, che libera un precursore insulinico ad attività antigelica (noto il diabete tedesco, che si manifesta a seguito di un calo di antigelo nel sangue e comporta un’ampia ghiacciata negli organi periferici).
Più difficoltoso si è rivelato l’esame del distretto ipotalamo/ipofisario, individuato nell’ampia gamma di interazioni e modulazioni rappresentate dal guidatore, che avendo però una volontà autonoma, non sempre si è mostrato disponibile alla sperimentazione e all’esame invasivo. Abbiamo comunque dimostrato nel settembre scorso che asportando le gambe del guidatore viene danneggiata la funzionalità della pedaliera.
Tutti gli ormoni liberati in circolo si gettano nel torrente idraulico, e viaggiano disciolti nel fluido ad olio, fino al filtro respiratorio e alla coppa sottodiaframmatica.
Sono abbondanti e ben distribuite le prese d’aria a coana mobile, che garantiscono un’ottima ventilazione e un’efficiente respirazione ossigenica.
Il sistema escretore si compone di uno scappamento autonomo a innervazione parasimpatica, e di meccanismi aggiuntivi di regolazione omeotica, quali il sudore a condensa durante le ore notturne, e il vomito ricorrente dai finestrini. I finestrini sono la via principale da cui vengono espulse le sostanze più disparate, che variano dalla semplice sigaretta, al chewing-gum masticato, fino ai torsoli di mela e agli scontrini fiscali. Alcuni osservatori dilettanti con cui ci teniamo correntemente in contatto ci hanno scritto di aver visto uscire dai finestrini cassette musicali e animali. Nel nostro laboratorio in Sardegna, durante le sperimentazioni pasquali, siamo riusciti a gettare dal finestrino anche un bambino.
Il sistema nervoso è diffuso, nel senso che non è individuabile un cerebro, a eccezione della batteria diencefalica, che non presiede però alle funzioni mentali superiori del Maggiolone. E’ comunque connessa con una buona rete neuronale, a fili di rame, in cui si riscontra un’intensa attività elettrica. L’organo trasduttore degli impulsi elettrici è lo spinterogeno di Wallace, con la nota struttura a fuso neuro-muscolare cinetico.
Le attività mentali del Maggiolone sono innegabili e innumerevoli, al punto che non staremo ad elencarle. Rinviamo ai trattati specifici del prof. Uggia. L’unica constatazione che con rammarico ci troviamo costretti a fare è la fallacia del sistema mnemonico di questo animale, che registra il conteggio dei chilometri percorsi. I risultati ottenuti con i test di laboratorio sono buoni, ma il sistema appare puntualmente danneggiato e falsato dopo una sosta anche di pochi giorni da un qualunque concessionario, in occasione di voltura.
Gli organi di senso sono efficienti e ben distribuiti nei vari distretti corporei. C’è un sistema visivo a vetri scorrevoli, connesso alla catena degli specchietti, che modulano la visione retro-laterale. Buona la visione notturna, potenziata da un’intensa attività fotogena in corrispondenza dei globi oculari, che possono emanare luce anche a diversi chilometri. Buona l’attività vocale con la vibrazione dell’ugola clacsonii. Ottimo l’apparato acustico-recettoriale, che con un sistema ad antenna retrattile può captare suoni e voci a distanze formidabili e su svariate bande di frequenza.
La sensibilità tattile è distribuita a livello cutaneo, specie in corrispondenza dei circoli pneumatici, sensibili a vibrazioni e compressioni. L’epidermide è compatta e organizzata in un sottile strato vernicioso.
Ampiamente rappresentate le ghiandole rugginose, nel derma sottocutaneo. Si possono individuare altresì due ghiandole lacrimali a secrezione saponosa, nella conca del tergicristallo.
La sensibilità olfatto-gustativa è variamente distribuita. Pare che la recezione degli odori sia di pertinenza del sistema a vetri, mentre l’analisi dei sapori è indubbiamente legata alle varie zone del sedile, ben differenziate e adatte a impregnarsi a fondo con qualunque sostanza allo stato liquido. E’ stato anzi dimostrato che dopo il contatto con urina di gatto, la memoria gustativa permane anche per mesi interi.
Il Maggiolone pratica il sesso libero. L’accoppiamento si presenta in forma di cozzo violento con altri veicoli agli angoli delle strade o negli incroci extraurbani. In queste occasioni l’organismo si eccita fino alle fiamme e il coito viene raggiunto molto rapidamente, con la caratteristica eiaculazione a striscio pneumatico.
In chiusura vorremmo ringraziare chi ci ha assistiti e stimolati durante questi lunghi mesi di lavoro e di ricerca: il Centro Nazionale Portapacchi per gli illuminanti consigli sulla struttura cranica del Maggiolone, Gianni Agnelli per la consulenza e i contatti esteri, Anita Uggia (vedova del sempre grande professore) per il convegno amoroso dell’ottobre scorso, il Rapportfurer Hans Klehr per le preziose informazioni sull’affidabilità del Maggiolone in tempo di guerra e per la bibliografia storica, e tutti coloro che ci sono stati vicino e ci hanno ispirato. Senza di loro quest’opera non avrebbe mai visto la luce.
I dati riguardanti la sessualità del Maggiolone provengono da studi effettuati nel laboratorio di Olbia, in Sardegna. Quelli relativi all’apparato digerente sono merito del professor Dolina del Dipartimento di Biologia Animale di Pavia, e gli sono stati da noi sottratti durante i mesi del rapimento. Le osservazioni sull’apparato visivo provengono da intercettazioni telefoniche effettuate da un nostro collaboratore presso l’Università di Salisburgo. Quelle sull’apparato acustico-recettoriale risalgono a un furto compiuto nel dicembre ’94 presso la biblioteca del Dipartimento di Anatomia Comparata di Washington.
Gli studi di elettrofisiologia citati nel presente articolo non sono verificati, i parametri di lavoro sono inventati e i relativi risultati sono probabilmente falsi, ma decliniamo ogni responsabilità avendo copiato entrambe le parti dagli appunti del professor Holtzer dell’Università di Varsavia.
BIBLIOGRAFIA
HUXLEY E. R., LAKER D., 1988. Revisions in the method of estimating sexual activity in automobilistic species. Am. J. Autom. Biol. 39: 545-546.
LIVIER D., LAKER D. , 1991. A comparison of two methods for the invasive analysis of the pedals. Am. J. Autom. Biol. 44: 390-394.
GABIBBO IL. Striscia la notizia. Puntata del 23/12/’97.
NOSTRADAMUS M. DE , 1557. Centurie Astrologiche.
FRASSICA N., FORESTA M., 1993. Come diventare maghi in 15 minuti. Baldini & Castoldi. 62-63.
SAINT-EXUPERY A. DE, 1943. Le petit majolon. Gallimard.
L’UOMO DA 6 MILIONI DI DOLLARI, episodio del 29/3/’88..
CICERONE M. T., 55 a.C.. De pistone. In “De optimo genere oratorum”.
venerdì 26 marzo 2010
mercoledì 17 marzo 2010
Biiibaaa 136
Ieri sono andato al cinema con due amici. Ho preso il biglietto più tardi, perché mi sono deciso all’ultimo. Così mi sono ritrovato due posti più in là. C’era una coppietta di mezzo. Io ero il primo della fila c. Poi c’era la coppietta. Poi i miei amici.
Allora che ho fatto, prima di sedermi ho detto alla coppietta “Posso chiedervi un favore?”. E gli ho spiegato la situazione, per farli scorrere di un posto.
Lei ha sorriso. Lui ha detto “Certo non è proprio il massimo…ma vabbeh…”, con voce stirata e scocciata, sprofondandosi ancora un po’ nella poltrona, e facendosi tutto paonazzo per lo sforzo di mangiare i pop-corn. Ha sbuffato anche un po’.
Io ho aspettato un attimo, poi gli ho risposto “Vabbeh…senti, se proprio è un Problema non è che muoio. Voglio dire, il biglietto l’ho preso tardi, mi posso pure mettere al posto mio, qua in punta”.
E lui “No, no, vabbeh, dai ci spostiamo…”.
Scazzato proprio.
Ha capito la situazione. Si è immedesimato, si è messo nei miei panni. Quello lì. Che gentile.
Ora, il cruccio mio è questo. Ho sentito purtroppo di gente che ha perso la vista dopo aver cambiato posto al cinema, perché l’angolazione, quando viene modificata così all’improvviso, ti può sputtanare l’asse ottico, e il piano focale. Ho sentito di gente che ha perso la ragione, non ritrovandosi più nella sala e non trovando più l’uscita dal cinema. Ho cominciato a pensarci. E mi son detto:
“Gli metto la mano nella figa alla sua tipa, per tutto il film?”
“Mi alzo a metà e gli dico che sono più tranquillo se ritorno al mio posto esatto?”
“Gli spiego le scene difficili, raccontandogli che quello è Tom Cruise, quello che ha fatto Rain-man. Gli racconto tutto Rain-man?”
“Prendo il secchio di popcorn e ogni volta che si fa buio li tiro dappertutto, dicendo però TAC! forte, che si capisca che sono io?”
“Mi cago addosso?”
“Mi spavento esageratamente ad ogni scena violenta?”
“Vomito?”
Allora che ho fatto, prima di sedermi ho detto alla coppietta “Posso chiedervi un favore?”. E gli ho spiegato la situazione, per farli scorrere di un posto.
Lei ha sorriso. Lui ha detto “Certo non è proprio il massimo…ma vabbeh…”, con voce stirata e scocciata, sprofondandosi ancora un po’ nella poltrona, e facendosi tutto paonazzo per lo sforzo di mangiare i pop-corn. Ha sbuffato anche un po’.
Io ho aspettato un attimo, poi gli ho risposto “Vabbeh…senti, se proprio è un Problema non è che muoio. Voglio dire, il biglietto l’ho preso tardi, mi posso pure mettere al posto mio, qua in punta”.
E lui “No, no, vabbeh, dai ci spostiamo…”.
Scazzato proprio.
Ha capito la situazione. Si è immedesimato, si è messo nei miei panni. Quello lì. Che gentile.
Ora, il cruccio mio è questo. Ho sentito purtroppo di gente che ha perso la vista dopo aver cambiato posto al cinema, perché l’angolazione, quando viene modificata così all’improvviso, ti può sputtanare l’asse ottico, e il piano focale. Ho sentito di gente che ha perso la ragione, non ritrovandosi più nella sala e non trovando più l’uscita dal cinema. Ho cominciato a pensarci. E mi son detto:
“Gli metto la mano nella figa alla sua tipa, per tutto il film?”
“Mi alzo a metà e gli dico che sono più tranquillo se ritorno al mio posto esatto?”
“Gli spiego le scene difficili, raccontandogli che quello è Tom Cruise, quello che ha fatto Rain-man. Gli racconto tutto Rain-man?”
“Prendo il secchio di popcorn e ogni volta che si fa buio li tiro dappertutto, dicendo però TAC! forte, che si capisca che sono io?”
“Mi cago addosso?”
“Mi spavento esageratamente ad ogni scena violenta?”
“Vomito?”
domenica 7 marzo 2010
Chuck 111 - Dove si fa un po' di confusione con il ristorante
Questo weekend sono venuti a trovarmi i miei genitori e mia sorella, con mio cognato e i miei quattro nipoti.
Ieri sera li ho portati a mangiare in un ristorante tipico svizzero.
Ho scelto un posto che mi era stato raccomandato da alcuni colleghi, e che io avevo già provato la scorsa estate, e mi ero trovato bene. Ci ero andato con Biiibaaa e Lorenzo, eravamo seduti fuori nel dehor. Ora, premetto che avevo già notato la vicinanza del ristorante al quartiere a luci rosse. E' situato diciamo al limitare del suddetto quartiere. E con Biiibaaa e Lorenzo, mangiando, notavamo il viavai di uomini nel portone del palazzo accanto, con neon rossi a forma di cuore alle finestre. Comunque sia, era il palazzo accanto.
Ho prenotato, la mia più grossa preoccupazione era di avere gente che fumava nei tavoli vicini.
Entrando nel locale, siamo stati subito colpiti dall'atmosfera caratteristica. Interni in legno, pareti pitturate con scene di caccia, sembrava un vecchio pub, bello. Peccato che c'era qualcuno che fumava.
Ci siamo sistemati al tavolo e mio cognato ha appoggiato il passeggino chiuso davanti a una porta con una tenda chiusa e un cartello con scritto "il bar apre alle 21".
Quasi subito, i bambini hanno cominciato a fare un po' di casino. Il più piccolo, 2 anni, ha iniziato un po' a piangere. Tutti che ci guardavano e io mi chiedevo " 'zzo vogliono?".
La cameriera tatuata arriva e con una voce roca da DeFilippi ci chiede cosa vogliamo ordinare. Siccome ero l'unico che parlava inglese, si rivolge a me e io parlo a nome di tutti.
Mio cognato mi chiede di chiederle se c'è un menu per i bambini, e io traduco.
Lei mi guarda stralunata e mi fa che, no, non c'è un menu per i bambini, che quel ristorante non è "family-friendly". Minchia, ho pensato, ora capisco perchè sul sito internet la recensione aveva solo una stella per il servizio.
Vabbè, ordiniamo.
A ma il cibo non è per nulla male, molta roba alla brace, io prendo la raclette. I bambini ordinano poi patatine. Fatto sta che mangiamo, tutti sembrano soddisfatti.
La cameriera ritorna a sparecchiare e porta via il piatto semi-vuoto da davanti al mio nipotino di 2 anni, ma c'erano ancora tipo due patatine e lui si incazza tantissimo perchè voleva ancora mangiarle. Inizia a piangere e quando lei ritorna a portare il conto, le fa, piangendo, "perchè mi hai portato via le patatine???" in italiano. Ah ah ah. Io le traduco e le spiego che è arrabbiato per la storia delle patatine e lei abbozza una scusa, ma non troppo convinta. Io per sdrammatizzare le faccio "Ah ah ah tu non sei proprio family-friendly eh?".
Lei mi risponde che di solito non vengono le famiglie con bambini in quel posto, "Sai" fa "per via che di là..." (indicando la porta con la tenda dove era parcheggiato il passeggino) "...ci sono le PROSTITUTE"
Gelo.
Mio cognato sconvolto mi fa "Ma ci hai portato in un BORDELLO???" e mio nipote di 10 anni comincia a chiedere "Papà papà, cosa vuol dire prostitute?" Ah ah ah. Lui ha cercato di abbozzare una spiegazione tirando in ballo i saloon dei film western e le "donnine" ma era chiaramente in difficoltà.
Abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta.
Meno male che non abbiamo chiesto il dessert, chissà cosa arrivava.
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