Mio fratello quando faceva geometri andava molto male. Una volta ha fatto un tema che si intitolava “Perché leggo” e lui ha scritto cose tipo “Io non leggo. Leggere ormai bene o male lo so fare, mentre invece sul surf potrei imparare ad andare meglio” oppure “E’ inutile leggere il giornale quando alla tele c’è il telegiornale”. E insomma mia mamma veniva spesso convocata.
Un bel giorno la prof di storia l’ha fatta chiamare d’urgenza e lei ricordo che è uscita di casa molto preoccupata perché in quel periodo votacci non c’eran stati e non immaginava cosa potesse esser successo.
Arrivata a scuola la prof le fa “Ma signora lei non si interessa dei brutti voti di suo figlio? Non si chiede come mai va così male?”
“Va male? Ma ultimamente non ha più preso voti brutti!”
“Proprio due giorni fa gli ho dato 2 e mezzo”
“Cosa?? Ma le giuro che tutti i giorni gli controllo il diario e non l’ho visto, sul serio!”
“Signora non mi prenda in giro, era firmato da lei”
“Le assicuro, io…”
Allora mio fratello è stato portato fuori dall’aula e trascinato in sala insegnanti per un faccia a faccia, che più o meno si è svolto così:
“Paolo, fai sempre vedere il diario a tua mamma?”
“Certamente, io sono una brava persona, molto diligente”
“E il voto brutto che ti ho dato l’altro giorno gliel’hai fatto firmare?”
“Sì, ma certo”
(piccola reazione di mia mamma qui, ma l’insegnante le ha fatto segno di non intromettersi)
“Vuoi farmi vedere la firma sotto quel voto?”
Lui ha estratto un misterioso diario dallo zaino, che tra lo stupore incontrollabile di mia mamma era infarcito di note e insufficienze gravissime tutte firmate a suo nome con calligrafia impeccabile.
E’ saltata su contenendo la tensione nella voce come sa fare solo mia mamma
“Paolo, ma questo non è il diario che io ti controllo ogni sera, insomma!”
E lui, con noncuranza e vago disinteresse
“Ah, ma queeel diario voi volete vedere!”
Ahahahah
Invece il mio amico Nicola a un certo punto ha dovuto frequentare un corso d’inglese, per il lavoro. Erano tutti molto scazzati, come si può immaginare. L’insegnante una sera ha spiegato la pronuncia delle consonanti, e con quel ridicolo accento cantilenante che hanno gli inglesi madrelingua ha detto
“Ragazzi, quando volete pronunciare la t palatale, dovete immaginare il termine “picture”, che significa “fotografia”. Questo termine va pronunciato come una parola piemontese che voi conoscete tutti molto bene. Provi lei, signor Abello”
“…ehm…pic…ciure”
“Nouuu, nouuu, provi meglio!”
“…ma io…pic…chure”
“Ma nouuuu”
E poi rivolgendosi a Nicola
“Signor Valente, vuole provare lei a …”
“PICIA!”
“Ecco, bravo bravo!”
2 commenti:
In un corso d'inglese per essere chiari bisogna spiegare alla classe che gli accenti tonici son quelli che non ci fanno parlare come Stanlio e Ollio ahahah
io pronuncio molto bene ahahah
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