venerdì 21 dicembre 2012

LanZeppelin 81 - Come Pannella

Proseguirò, fino ad oggi a pranzo, il mio sciopero della fame. Lo sospenderò solo se Del Piero torna alla Juventus, Sasha Grey si trasferisce in via Pomponazzi e Wlady quello delle suonerie smette di lavorare.

(Spero che a fine campagna elettorale venga fuori il motivo per il quale questo ormai vecchio rincretinito finisce in ogni tg e giornale del paese)

martedì 18 dicembre 2012

LanZeppelin 80 - Il peggio di Sanremo 1954. L'idiozia.

Dopo aver avuto un lieve incidente stradale ho deciso di peggiorare la mia agonia espletanto il più duro dei compiti. Spararmi tutte le canzoni di Sanremo.

E' la volta del 1954.
Solite storie e solite cose.
La novità dell'anno è il dilagare dell'idiozia, infatti alla melensitudine si aggiungono le filastrocche senza senso, orecchiabili e fastidiose.

Avete presente la Casettina in Canadà? Quella arriverà nel '57, per il momento abbiamo di peggio.
Peraltro è il primo festival del Quartetto Cetra, che ha sicuramente avuto giornate migliori.
Prima di nominare la peggiore ve ne segnalo una degna di nota che mi ha decisamente imbarazzato, è Arriva il direttore.
Questa è imbarazzante ma almeno ha un qualcosa che permette di ascoltarla e poi ancora non ho capito bene se è una geniale ironia sottilissima o pura stupidità.

Quella che ho scelto come la peggiore è invece insensata, brutta e molto idiota.

Ecco l'annuncio:

"Di Rastelloni-Mascherano Cirillino-Ci, canta per noi Carla Boni; ponete fine alla stirpe."

giovedì 6 dicembre 2012

LanZeppelin 79 - Il peggio di Sanremo 1953. Il rigurgito.

La vita non migliora col passare del tempo e il 1953 è sempre uno strazio, un po' meno però.
Cominciano ad esserci nelle canzoni un seme di verità non solo di amori, strazi e melensitudini varie. Un fantastico seme di rigurgito militar/fascista.
In pratica la novità è un bellissimo ricordo dei tempi andati e di quando si stava meglio e della gioventù tradita eccetera eccetera.
Il risultato è che almeno un pugno di autori sono sinceri con loro stessi, anzi, alcune canzoni sono pure ascoltabili. Si ritorna a parlare di guerra con gaiezza e viva speranza.

Una delle mie preferite è la quasi famosa "Vecchio Scarpone". Sarà che l'hanno ricantata qualche anno fa gli Elii ma mi fa canticchiare allegro.

Racconta di un tipo che trova il suo scarpone militare in soffitta ancora con qualche filo d'erba e si lancia in un ricordo del passato quindi delle guerre (canzone del '53 per cui ricordi delle varie campagne fallimentari del ventennio).
Per la cronaca a Sanremo arrivò terza ex aequo.
Ci sono frasi nel testo che fanno un quasi rabbrividire se ben contestualizzate:
Vecchio scarpone/ Quanto tempo è passato/ Quante illusioni/ Fai rivivere tu

E poi:
Forse sapresti/ Se volesse il destino / Camminare ancor.

Chi sono gli autori di questa miusichina? Calibi, Pinchi, Carlo Donida.
Mi soffermo solo sui primi 2, i nomi qui sopra sono pseudonimi. Il primo, Calibi, è il padre di Mogol, il secondo Pinchi, scrisse con successo "Ti Saluto, Vado in Abissinia". Mi fermo qui e passo alla peggio delle peggiori.

La lotta è stata a 3, massimo 4. Inoltre questa è la prima peggiore che aveva all'epoca passato la prima serata Sanremese, anzi, questa nel '53 arrivò quinta. Ho voluto "premiare" una delle canzoni con quello spirito un po' nostalgico. Potrebbe essere l'inno di tutti i vecchi che guardano i lavori e poi stanchi si riposano su una panchina vicino al municipio.
Mai avrei pensato che un uomo senziente potesse dedicare una canzone a una VILLA COMUNALEEEEE!!! ma tant'è... ecco l'annuncio canonico.

"Di Ruocco-Oliviero Vecchia Villa Comunale, canta per noi Giorgio Consolini. Vi prego, mandatelo in ospizio!"